Se non vuoi aspettare clicca qui.
giovedì 14 maggio 2020
sabato 9 maggio 2020
Arrrivederci
Carissimi,
con questo post si conclude questo blog.
Stiamo facendo trasloco per spostarci su una nuova piattaforma che implementa nuove funzioni ed una grafica più accattivante.
Continua a seguirci al nuovo indirizzo: https://atleticamottense.wordpress.com/
Buona lettura !
con questo post si conclude questo blog.
Stiamo facendo trasloco per spostarci su una nuova piattaforma che implementa nuove funzioni ed una grafica più accattivante.
Continua a seguirci al nuovo indirizzo: https://atleticamottense.wordpress.com/
Buona lettura !
mercoledì 6 maggio 2020
TCS New York Marathon 2019. Altri nostri atleti partecipanti
Oggi conosciamo meglio Cecilia Bergamo, suo marito Edi Zoia e Paolo Robazza.
Atletica Mottense: "Ciao Cecilia, cerchiamo di conoscerti un pò meglio dopo la tua esperienza alla maratona di New York del 2019 che hai chiuso con il tempo di 4:23:42. Da quanti anni corri?"
Cecilia Bergamo: "Da fine 2015. Prima non facevo alcuno sport. Poi alla fine del 2015 ho deciso di cambiare vita e, spinta anche dalla passione dei famigliari, mi sono dedicata alla corsa."
Cecilia e Edi pronti per la partenza |
AM: "Quante maratone hai fatto nella tua vita?"
C: "2 in tutto, la prima nel 2016 a Parma e poi New York."
AM: "Quale è stata la più bella e perché?"
C: "Sicuramente New York. A parte il contesto della città che è mozzafiato solo quello essendo una città veramente bella e piena di vita e di attrazioni turistiche, durante la corsa la cosa che più bella è sicuramente stata la gente ai lati del percorso. Puoi veramente percepire che per loro è come un culto. Tutta la folla che ti incita ti coinvolge completamente e quando senti il tuo nome urlato da tifosi che nemmeno conosci, beh questo ti fa sentire come a casa anche se sei a migliaia di chilometri di distanza. E' realmente una sensazione unica."
AM: "Quando hai iniziato a preparare New York?"
C: "Purtroppo durante l'estate ho avuto un piccolo infortunio e questo non mi ha permesso di preparare la corsa al meglio. A inizio settembre, con prudenza per non rischiare ricadute dell'infortunio, ho quindi cominciato la preparazione per la maratona di New York."
AM: "C'è qualcosa che non ti è piaciuto di New York?"
C: "Se devo dire la verità non ho trovato nulla che non mi piacesse. Forse l'unica nota leggermente negativa, è che nei ristori, molto frequenti tra l'altro, non potevi trovare nulla di solido ma solo liquidi. Che so, un frutto, qualche cosa di secco o qualche cibo energetico. Ecco, forse questo è l'unico aspetto che ho trovato un pò negativo per me."
AM: "La rifaresti?"
C: "Si, non so se mai ci riuscirò, ma si!"
AM: "Hai altre tue considerazioni da fare?"
C: "Beh, forse una cosa c'è anche se non c'entra con l'organizzazione della corsa stessa ma che è più legata all'organizzazione "privata" e del tour operator che ti accompagna a New York. Alla fine, dopo aver tagliato il traguardo, preso la medaglia ed avviati all'uscita della maratona, avrei sicuramente apprezzato un servizio per tornare in albergo."
AM: "Cosa consigli a chi corre da poco?"
C: "Di andare per gradi e, molto importante per chi vuole fare qualche gara e pi cimentarsi sulla maratona, di ricordarsi di preparare il fisico per tali sforzi. Riuscire quindi a ritagliarsi del tempo da dedicare al rinforzo di muscoli che non sembrano coinvolti nella corsa ma che in realtà durante una maratona soffrono lo sforzo di resistenza. Quindi non solo correre ma anche altre attività di rinforzo muscolare."
Parliamo ora con il marito di Cecilia, Edi Zoia che ha corso la sua prima maratona a New York ed ha tagliato la finish line dopo 3:31:21. Per conoscerlo meglio, anche a lui abbiamo posto più o meno le stesse domande.
Atletica Mottense: "Da quanto corri?"
Edi e Cecilia al ritiro pettorali |
AM: "Quante maratone hai fatto?"
E: "1"
AM: "Perché hai scelto New York come tua prima maratona?"
E: "Sono stato convinto da mia moglie Cecilia. Nei miei anni di corse non ho mai pensato di correre la maratona. Avevo un pò paura della distanza e di non riuscire a terminarla poiché non ho mai corso per lunghissime distanze. Poi, siccome era un desiderio di mia moglie poter correre questa maratona, ho deciso di seguirla in quest'avventura."
AM: "Quando hai iniziato a preparare New York?"
E: "Esattamente il 1 Luglio"
AM: "Cosa ti è piaciuto della maratona di New York?"
E: "Mi è piaciuto molto il percorso, perché letteralmente ad ogni metro c'era un sacco di gente ai lati delle strade. Essere circondato da un reale tifo mi ha aiutato tantissimo. Devo dire che mentalmente tutto il calore ricevuto dalle persone mi ha fatto accorciare la distanza e mi ha "trasportato" fino all'arrivo."
AM: "Cosa invece non ti è piaciuto?"
E: "Onestamente non ho trovato nulla. Io sono una persona abbastanza pignola e precisa e quindi tendo spesso a trovare anche piccoli difetti che altri non vedono, ma a New York mi è veramente sembrato tutto perfetto."
AM: "La rifaresti?"
E: "Si, senz'altro."
AM: "Hai tue considerazioni da condividere?"
E: "E' stata un'esperienza veramente fantastica, anche sotto il profilo sportivo. Ero partito con una preparazione per chiudere la maratona intorno a 3 ore e 45 minuti. Motivato dall'atmosfera, dalla gente e dal paesaggio sono riuscito. chiudere con un tempo decisamente migliore rispetto le mie aspettative e questo mi rende anche molto orgoglioso e fiducioso."
AM: "Come è stato correre sapendo che nella stessa competizione correva, a distanza, tua moglie?"
E: "Questo tipo di esperienza la condividiamo da un pò di anni quasi tutte le domeniche partecipando alle varie manifestazioni e gare podistiche che ci sono non solo nei nostri dintorni. Non è stato quindi molto diverso. All'arrivo l'ho attesa ed abbiamo gioito insieme della nostra "impresa""
All'arrivo |
Il giorno dopo la gara, orgogliosi della medaglia |
AM: "Cosa consigli a chi corre da poco?"
E: "Consiglio di partire piano, anche per riuscire ad avere la forza di perseguire perché, così facendo, possono star sicuri che piano piano i risultati arrivano."
Parliamo ora con un altro atleta dei nostri che ha concluso la maratona di New York e cerchiamo, attraverso la nostra breve intervista, di conoscerlo un pò meglio. Si tratta di Paolo Robazza che lo scorso 3 Novembre è riuscito ad arrivare a Central Park percorrendo i 42195 metri dopo 3:14:03.
Atletica Mottense: "Ciao Paolo, come per gli altri atleti, vorremmo conoscerti un pò meglio sotto l'aspetto sportivo e soprattutto in merito alla tua ultima partecipazione alla maratone di New York. Da quanto tempo corri?"
Paolo: "Da 5 anni. Ho iniziato a fine 2014."
Paolo in azione a New York |
AM: "Quante maratone hai corso nella tua vita?"
P: "In totale 6."
AM: "Qual'è stata la più bella?"
P: "Sicuramente l'ultima, New York."
AM: "Perché?"
P: "Ci sono vari motivi. Sotto l'aspetto sportivo ho potuto migliorare il mio tempo personale sulla distanza. Sotto altri punti di vista è stata la più bella perché è stata una delle poche maratone in cui sono stato accompagnato dalla mia famiglia ed anche da molti amici e soprattutto perché sono rimasto letteralmente impressionato dalla marea di gente festante ed incitante che continuamente ti fa sentire il suo appoggio. E' una sensazione veramente unica e mai mi è capitato di correre con ali di folla festante e così ben disposta verso noi corridori."
AM: "Quando hai iniziato a preparare New York?"
P: " A luglio"
AM: "C'è qualcosa che non ti è piaciuto?"
P: "No, onestamente no. Dall'organizzazione del pre-partenza che è veramente ben studiato alla sicurezza che vedi lungo il percorso e che ti fa sentire tranquillo (tutti gli incroci erano presidiati da forze di polizia) all'accoglienza all'arrivo, tutto è stato fatto nei migliori dei modi."
AM: "La rifaresti?"
P: "Certo."
AM: "Hai qualche altra considerazione in merito alla maratona di New York?"
P: "Forse mi ripeto ma ho veramente potuto notare 2 cose molto diverse rispetto alle maratone corse in Italia ed in Europa. La prima riguarda certamente il pubblico. Non solo la quantità di gente presente ai lati delle strade, ma anche il tipo di tifo che questa gente ti fa. Fa parte sicuramente di una cultura differente, e senti che la gente percepisce lo sport in maniera diversa rispetto a noi. Alle volte, guardandoti intorno mentre correvo, pensavo "Wow, tutta questa gente è qui anche per me" e spesso, anche per non cedere alle emozioni, ho dovuto evitare di guardare a lungo ai lati..pena il magone che ho potuto in parte provare. La seconda cosa riguarda sicuramente l'organizzazione della corsa. Anche qui, si vede l'esperienza ed anche sicuramente l'appoggio ricevuto dalle istituzioni per la buona riuscita dell'evento. Tutto è filato liscio, tutto è in ordine e in sicurezza."
AM: "Cosa puoi consigliare a chi corre da poco?"
P: "Più che un consiglio vorrei augurare qualcosa ai neofiti. Auguro, come è successo a me, di trovare qualche amico con cui iniziare a correre per riuscire ad apprezzare al meglio l'attività sportiva e per farla diventare anche più leggera. Auguro inoltre a tutti di riuscire a percepire tutte le emozioni che la corsa ha potuto darmi sin qui, facendomi anche crescere come persona, sia nell'ambito professionale che nell'ambito privato."
Foto di rito con la medaglia al collo |
All'arrivo in Central Park |
Al prossimo post per scoprire altre storie dei nostri atleti alla più famosa maratona del mondo.
sabato 2 maggio 2020
TCS New York Marathon 2019. L'incontro con gli atleti
Riprendiamo il nostro racconto sull'ultima edizione della Maratona di New York riportandovi come promesso le sensazioni e testimonianze dei nostri atleti impegnati nella corsa.
“L’organizzazione della gara è sicuramente di altissimo livello e si nota la grande esperienza maturata negli anni. Ogni dettaglio è curato e permette a tutti i corridori di trovarsi con facilità e di svolgere tutte le attività pre e post gara senza alcun intoppo ed affanno e questo aiuta moto anche psicologicamente. Inoltre tutte le operazioni sono sempre svolte in sicurezza con la constante presenza delle forze dell’ordine a tutelare la salvaguardia degli atleti e spettatori”. In merito al percorso, riportiamo alcune considerazioni dei nostri corridori: “ Partire dal ponte di Verrazzano e vedere alla tua sinistra Manhattan che pian piano si illumina della luce dell’alba ti dà già una spinta notevole perché la vista d’occhio è decisamente unica! Ma la cosa che più ti impressiona ed anche che più ti aiuta, è sicuramente la presenza ai lati della strada di un pubblico a dir poco fantastico. Dal 2° chilometro, appena scesi dal ponte di Verazzano sino praticamente alla fine (con l’unica eccezione del ponte di Queensboro per ragioni di sicurezza) il tifo di milioni di persone ti accompagna costantemente. E non è solo un tifo di incoraggiamento. Mentre corri senti che queste persone che spesso puoi riconoscere come normali cittadini newyorkesi, soprattutto nei quartieri di Brooklin e Queens, riconoscono la fatica che puoi fare e la preparazione che hai seguito per essere lì e ti tributano.
Sembrano essere loro a ringraziare te che corri e non tu che ringrazi loro per essere lì a sostenerti. Il tutto attraverso un tifo che si fa sentire sopra ogni cosa e che, letteralmente, ti spinge passo dopo passo verso il traguardo facendoti dimenticare la fatica e trovando le forze necessarie per continuare con il tuo ritmo verso la finish line.” Queste sensazioni le abbiamo registrate praticamente da tutti i partecipanti alla maratona dimostrando quanto sia importante la partecipazione del pubblico agli eventi sportivi. “ L’arrivo, dopo i famosi 42.195 metri, tra due ali di pubblico festanti in una cornice come quella del Central Park ti ripaga di tutto e quando ti mettono la medaglia al collo le emozioni sono così tante e così forti da essere indescrivibili”.
Tutto questo rimane sicuramente in maniera indelebile nella memoria di chi la maratona la corre ma anche di chi assiste al passaggio dei corridori.
Abbiamo voluto chiedere agli atleti che hanno partecipato alla Maratona di New York le loro impressioni in merito.
Iniziamo oggi con il riportare quanto ci ha raccontato Marianna, che ha chiuso la Maratona di New York con il tempo di 3:54:37.
Iniziamo oggi con il riportare quanto ci ha raccontato Marianna, che ha chiuso la Maratona di New York con il tempo di 3:54:37.
Atletica Mottense: “Da quanto corri?”
Marianna: “Da circa 15 anni”
AM: “Quante maratone hai corso nella tua vita?”
M: “In totale 4”
AM: “Quale è stata la più bella?”
M: “New York, senza ombra di dubbio!”
AM: “Perchè?”
M: “Come prima cosa per il tifo! Ho scoperto che è il tifo ai lati della strada che ti spinge, ti sostiene e che ti fa correre. Ogni volta che ci penso mi viene la pelle d’oca.. Poi a New York ho veramente vissuto un susseguirsi di emozioni continue. Dalla preoccupazione e leggera ansia prima della partenza alla felicità ed al sorriso. Inoltre, a differenza di altre gare da me svolte, ho sentito la voglia di finire la gara solo agli ultimi due chilometri. Prima di quel finale ho potuto godermi la corsa come non mai ed ancora una volta l’incitamento del pubblico è stato incredibile. Poi sono riuscita a godermi uno spettacolo decisamente unico per il panorama offerto. Devo inoltre sottolineare che l’organizzazione della corsa è il top! Io sono una persona leggermente ansiosa ed, ad esempio, nella zona di partenza ho ricevuto tutte le informazioni necessarie per essere pronta nella giusta gabbia e nei tempi corretti da persone molto professionali, calme, disponibili e preparate. Anche questo aiuta a metterti nella giusta condizione per affrontare la gara.”
AM: “C’è qualcosa che non ti è piaciuto?”
M: “Ora come ora, se c’era non me lo ricordo più…”
AM: “La rifaresti?”
M: “100 volte!”
AM: “Alcune tue considerazioni finali”
M:”Mi sento di consigliare a tutti di cercare di riuscire a praticare un’attività fisica. A me piace correre anche perché mi rende felice e mi permette di conoscere un sacco di gente con la stessa passione anche partecipando alle varie corse domenicali ma penso che tutti gli sport possano portare queste felicità. E mi sento di augurarlo a tutti.”
AM: “Cosa consiglieresti a chi ha iniziato a correre da poco?”
Marianna in dirittura d'arrivo |
La sera della Maratona con la meritata medaglia |
mercoledì 29 aprile 2020
TCS New York City Marathon
L’Atletica Mottense alla più famosa maratona del mondo.
42.195 metri. E’ questa la distanza ufficiale di una maratona, la Regina delle corse su strada che è anche disciplina Olimpica. Negli ultimi anni, sempre più persone hanno intrapreso la pratica dello sport della corsa come attività fisica principale e moltissimi si cimentano nelle varie corse organizzate, sia a scopo ludico che a scopo competitivo, arrivando spesso alla partecipazione di un’intera maratona.
Visto il crescente interesse, ormai le maratone vengono organizzate in tutto il periodo dell’anno in moltissime città facendo gravitare migliaia di persone all’evento e generando quindi anche un indotto da turismo sportivo. Vista la situazione attuale generata dalla pandemia del Coronavirus sembra quasi surreale l'immagine sopra descritta ma siamo anche fiduciosi che presto tutto tornerà alla normalità.
Se si prova a chiedere ad un podista amatoriale od anche professionista qual’è la maratona più bella e più conosciuta al mondo spesso la risposta sarà sempre la stessa: la Maratona di New York.
Nata nel 1970 da un’idea degli allora presidenti della New York Road Runners Vincent Chiappetta e Fred Lebow, alla prima edizione vi parteciparono solo 127 corridori che effettuarono 4 giri e mezzo del perimetro esterno del Central Park.
Oggi il percorso prevede la partenza da Staten Island, al di là del Ponte di Verrazzano, e dopo aver percorso i 5 Bouroghs della Grande Mela attraverso un tragitto che ti fa entrare anche nella New York più comune, dove i newyorkesi risiedono e lavorano, dove le famiglie amano passare le loro ore libere, dove puoi apprezzare la bellezza di Manhattan anche da un altro punto di vista, si arriva tra ali di folla incitante al mitico traguardo del Central Park.
Nel tempo la manifestazione ha visto crescere in maniera esponenziale il numero di partecipanti e l’importanza a livello mondiale tanto che nell’ edizione del 2019 gli atleti “finishers”, cioè coloro i quali sono riusciti nell’impresa di tagliare il traguardo, sono stati ben 53.640 provenienti da ben 141 paesi diversi, stabilendo un nuovo record di presenze.
Tra questi finishers, 6 erano dell’Atletica Mottense, partiti con famiglie ed amici per riuscire nell’impresa di farsi premiare con la medaglia di partecipazione alla più famosa maratona al mondo!
Abbiamo voluto chiedere loro le sensazioni che hanno provato.
Nata nel 1970 da un’idea degli allora presidenti della New York Road Runners Vincent Chiappetta e Fred Lebow, alla prima edizione vi parteciparono solo 127 corridori che effettuarono 4 giri e mezzo del perimetro esterno del Central Park.
Oggi il percorso prevede la partenza da Staten Island, al di là del Ponte di Verrazzano, e dopo aver percorso i 5 Bouroghs della Grande Mela attraverso un tragitto che ti fa entrare anche nella New York più comune, dove i newyorkesi risiedono e lavorano, dove le famiglie amano passare le loro ore libere, dove puoi apprezzare la bellezza di Manhattan anche da un altro punto di vista, si arriva tra ali di folla incitante al mitico traguardo del Central Park.
Nel tempo la manifestazione ha visto crescere in maniera esponenziale il numero di partecipanti e l’importanza a livello mondiale tanto che nell’ edizione del 2019 gli atleti “finishers”, cioè coloro i quali sono riusciti nell’impresa di tagliare il traguardo, sono stati ben 53.640 provenienti da ben 141 paesi diversi, stabilendo un nuovo record di presenze.
Tra questi finishers, 6 erano dell’Atletica Mottense, partiti con famiglie ed amici per riuscire nell’impresa di farsi premiare con la medaglia di partecipazione alla più famosa maratona al mondo!
Abbiamo voluto chiedere loro le sensazioni che hanno provato.
New York Marathon: emozioni indescrivibili!
“Siamo partiti in 27 persone tra famiglie con figli, parenti ed amici. Di questi in 6 di noi, tutti iscritti all’Atletica Mottense, eravamo iscritti alla Maratona di New York del 3 Novembre 2019. Ci eravamo organizzati tempo prima e quella che era partita come una semplice “boutade” fatta ad una cena tra amici, si è presto trasformata in un’organizzazione di un cospicuo gruppo di persone, tutte volenterose di poter visitare New York e di starci vicino durante la nostra Maratona.” Questo in sintesi quanto ci raccontano i partecipanti alla Maratona di New York che erano nella fattispecie: Mario Zoia, Davide Zoia, Marianna Guardafigo, Edi Zoia, Cecilia Bergamo e Paolo Robazza. Ognuno di loro con un bagaglio di esperienze diverse sulla lunga distanza e con obiettivi diversi per New York, ma tutti consapevoli che la Maratona non si può prendere sotto gamba e che anche il solo arrivare, senza per forza misurarsi con il cronometro, sia già un ottimo traguardo.
Iscriviti a:
Post (Atom)